Carlotta Galmarini l’attrice italiana presenta il suo ultimo lavoro “THE MIRROR” un cortometraggio tra mistero e bellezza

 L’ultima cover del mese è dedicata a Carlotta Galmarini, attrice Italiana cinematografica e televisiva che da anni “con abnegazione” dedica gran parte del suo tempo alla ricerca dei nuovi personaggi da portare in scena, una ricerca che parte dal profondo, che non tralascia nessun particolare, perché solo così “secondo Carlotta” si può dare  forma a personaggi  autentici.

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Quali sono i ricordi più belli legati a questo lavoro?

I ricordi più belli legati al lavoro sono quelli inaspettati e legati alla passione per questo mestiere. 

Sono quei provini che pensi non siano andati bene ed invece poi sarai tu la protagonista, quelle serate in cui metti in scena spettacoli teatrali e vedi che prendono forma giorno dopo giorno.

Mi è successo con il video di Ermal Meta presentato a Sanremo e per altri progetti come 1992 in cui mi hanno aggiunto delle scene sul set con Stefano Accorsi che poi però sono state tagliate al montaggio come spesso succede. 

Ma sono molto affezionata anche ai progetti teatrali dove le prove alle volte sono state fino alle 4 di notte. E poi le trasferte in altre città come per lo spettacolo Dali diretto da Antonio Demian Aprea.



Ci racconti quando è cominciato la storia di attore?

Ho cominciato a sentire questa passione crescere dentro di me quando da piccola riuscivo ad immedesimarmi in ogni immagine che vedevo in televisione o al cinema. Ero una vorace bambina che divorava film e libri: la storia infinita, i film di Marilyn Monroe (mia nonna la amava), io ballo da sola, i film di Totò, Fantozzi (imitato anche alla perfezione), Casper, la famiglia Addams, e molti altri di ogni genere. E libri come le nebbie di Avalon, e tutta la saga di Avalon, re Artù, piccole donne insomma…. Poi scrissi su un diario all’età di 11 anni Che volevo essere un’attrice per condividere le mie emozioni e far piangere e ridere le persone. Aiutarle in qualche modo, ad esprimere ciò che sentivano e così più tardi ho iniziato, a Parigi.

 



Chi sono i personaggi con cui hai lavorato che hanno segnato la tua carriera?

Francesco Bonelli è un bravo regista ed è stato colui con il quale ho iniziato a lavorare a Roma in teatri importanti come il teatro dell’Angelo e il teatro dell’Orologio. Lo incontrai mentre lavoravo come hostess da Castroni e mi chiese se ero un’attrice. Ero appena tornata da Parigi ed iniziavo ad ambientarmi a Roma tra mille lavori, la recitazione e l’università. 

Ho incontrato anche registi e attori che mi hanno incoraggiata con mille complimenti durante provini o performances come Sergio Castellitto, Emanuela Rossi, Stefano Accorsi, Giovanni Veronesi e altri meno importanti. 

Poi ho incontrato molti personaggi fuori dal set o dalle quinte teatrali che mi hanno aiutata a capire come approcciarmi ad un provino o a un testo in maniera diretta ed efficace. Personaggi come l’acting coach Francesca De Sapio, Vito Vinci, Susan Batson, Nancy Bishop, Robert Cordier, Robbie Ryan, mio amico e direttore della fotografia di Ken Loach e attori come Ted Dogliani ( attore di Games of Thrones). 



Per restare nell’attualità ci racconti l’esperienza del tuo ultimo cortometraggio?

L’ultimo cortometraggio si chiama The Mirror ed è stato girato dal bravissimo regista multi premiato Massimiliano Mauceri. Abbiamo lavorato solo un giorno dalla mattina presto Alla sera tardi. Ma è venuto fuori un bel prodotto. Sono stata scelta da Massimiliano con cui avevo fatto un provino per un film anni prima. Un film che poi non è mai stato realizzato. Massimiliano si e’ ricordato di me anche se comunque non avevamo mai perso i contatti, diciamo che oggi i social network come Facebook o Instagram aiutano moltissimo a non perdersi di vista. 

Il corto è un thriller psicologico che sviscera in qualche modo le pulsioni nascoste legate ad un rapporto di coppia sbagliato dove c’è un gioco di forza tra i due personaggi, diciamo anche un gioco sado- masochistico in una chiave un po’ estrema. Ha un doppio finale: nel primo una rappacificazione forzata, il secondo invece ha un finale più alternativo e da vedere con una musica un po’ alla pulp fiction. 



Come definisci il cinema oggi?

Il cinema oggi, è un cinema in evoluzione, in fermento verso nuove forme creative e nuove prospettive. È una continua ricerca verso un’espressione nuova e mi sento fiduciosa e positiva al riguardo. 



Mentre chi sono i tuoi attori preferiti in questo momento?

Ce ne sono molti. Forse il mio attore preferito è Daniel Day Lewis e la mia attrice preferita un misto tra Jessica Chastain, Kate Winslet e Marion Cotillard. 



Come consideri la recitazione italiana a confronto di quella americana?

Ovviamente diversa. Come del resto cambia in ogni paese. A seconda del contesto e delle produzioni la recitazione cambia. 

Mentre nella tua vita privata cosa accade?

La mia vita privata è in continuo cambiamento. Sono una persona curiosa che non si ferma mai. La vita è una continua esplorazione e sto capendo che dobbiamo accettare tutto quello che la vita ci offre dall’esperienza più traumatica a quella più entusiasmante. 

 

Cosa rappresenta per te la parola cinema? 

La parola cinema rappresenta coinvolgimento ed emozione per me.



Ultima domanda il senso della vita?

Il senso della vita è un connubio di tre parole: accettazione, cambiamento, evoluzione. Ovviamente il tutto affrontato con coraggio e determinazione (e un pizzico di fortuna). 

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