Gabriella Chiarappa: la manager del fashion e web reputation alla conquista del Qatar con l’eccellenza italiana

 

 

Gabriella Chiarappa, giornalista, manager di moda e promotrice del pensiero positivo, ed è puntuale al nostro appuntamento, per l’intervista di Break Magazine 

Lei è una persona, che desta molta curiosità e non riguarda solo il suo aspetto, c’è molto interesse nei suoi confronti, di certo non passa inosservata ne è consapevole?

Sinceramente non mi sono mai posta il problema, sono una persona molto solare ma al tempo stesso molto riservata e attenta, in particolar modo se mi trovo in situazioni e con persone che non conosco bene, cerco di capire e comprendere il contesto in cui mi trovo. A volte meglio non dire che dire. Come la canzone di Fabrizio Moro, che dice proprio questo: “prima di parlare…pensa”.

Sei una manager di alto livello, che non scenderebbe mai a compromessi. Molto professionale e gentile.  Questo tuo aspetto non è scontato, in una società dove regna sempre più spesso l’esteriorità. Quali sono i valori in via di estinzione oggi? 

In primis la gentilezza e la gratitudine, dovrebbero tornare di moda, io credo inoltre che un anima bella può trasformare tutto ciò che la circonda, io credo nella gentilezza, nella bontà d’animo e nel porgere la mano al prossimo. Nessuno di Noi è perfetto, tanto meno penso di esserlo io, ma di certo sono una persona sincera che ama le cose semplici della vita, regalare un sorriso a chi ne ha bisogno, portare a casa un animale abbandonato e prendersene cura, essere gentili con il prossimo, sorridere alla vita, non farsi condizionare da nessuno, la semplicità, tutto questo per me è il vero lusso.

Oltre essere una manager di moda sei una giornalista, cosa ti affascina di questo mondo?

Sono contenta di esserlo diventata, nonostante il mercato non offra grandi opportunità e grandi compensi, per me questa professione ha un fascino intramontabile.

Lei sembra avere due anime, una creativa e l’altra manageriale, conferma?

Assolutamente si credo che l’anima creativa supporti l’anima manageriale, sono un treno in corsa, non mi fermo mai, devo cercare di conciliare tutto per poi trovare 15 minuti la sera per la mia meditazione. È importante, per non perdere lucidità e creatività, per raccogliere nuovi stimoli». Adoro la musica, mia fedele compagna, amo lo sport, gli animali e la mia rubrica sulla positività.

L’aspetto giornalistico

Ama la musica quindi ha un anima rock. Come la coltiva?
La musica è una passione da sempre, alimenta la mia creatività.  La ascolto in casa, vado fuori a fare jogging con l’iPod.

Parliamo del suo ruolo manageriale nel mondo fashion, oltre ad essere direttore de’ “Le Salon de la Mode” l’agenzia di comunicazione che promuove il made in Italy, Lei riveste ruoli importanti a livello nazionale. Ce ne vuole parlare?

Certo, sono referente moda nazionale per la Camera di commercio dell’America Latina, per la Camera di Cooperazione Italo Araba e per la confesercenti per l’internazionalizzazione. I ruoli che rivesto chiaramente sono sempre in linea alla mia figura di manager per supportare e promuovere le aziende italiane all’estero. Tutto questo chiaramente non è così semplice come erroneamente pensano alcuni, ci vuole   conoscenza approfondita del territorio.   In sintesi, come in tutte le cose ci vuole serietà e professionalità.   Cercando di supportare e guidare le aziende verso nuovi mercati.  I quali spesso manifestano e evidenziano problematiche varie come: stili e gusti diversi, burocrazia differente, tutti punti che se non ben gestiti possono costituire degli ostacoli, il nostro compito è proprio quello superare tutto questo.

Oggi le aziende in generale causa Covid, stanno vivendo un momento di grande difficoltà, in particolare quelle del settore fashion, quali possono essere le soluzioni in questo caso per uscire da questo tunnel di incertezza e difficoltà?

Io non sono una politica, ma di certo sono convita che in primis necessiti un provvedimento che tuteli economicamente le aziende italiane, attraverso fondi economici tempestivi, che oltrepassino i tempi burocratici italiani troppo lenti. C’è bisogno di azione non di orazione.

In qualità di referente moda di varie realtà internazionali, quali sono le opportunità d’inserimento all’estero per piccole e medie imprese nel settore?

Sembra strano ma nonostante questo periodo, di recente con la Camera di Cooperazione italo Araba e il presidente Mario Mancini,  abbiamo stretto un accordo di grande importanza con  un’organizzazione attiva in Qatar da ben 13 anni. La referente dell’obiettivo è Laura Bertuccioli una manager molto nota in questi Paesi, per aver conquista la fiducia delle più importanti Holding del luogo. Questa è una grande garanzia per Noi e per le aziende italiane che si rivolgono a noi. Ci tengo inoltre a precisare che fare business in questi Paesi non è così semplice, se non si hanno contatti consolidati nel luogo di appartenenza.

Attualmente stiamo selezionando aziende nel settore fashion e non solo perché oggi più che mai il prodotto del made in Italy è un esigenza per queste realtà. Personalmente sono felice di poter divulgare questa grande opportunità perché mai come oggi c’è bisogno di luce e speranza per le aziende italiane.

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