Milan Fashion Week 3rd day: moda anti-violenze

FASCHION Come deve vestirsi di notte una donna in tempi di violenza? Un’ipotesi arriva dalla sfilata di Prada che ha chiuso il terzo giorno della Milan Fashion Week con uno show non a caso notturno. L’evento si è svolto nella torre della Fondazione Prada con vista panoramica su Milano, che Oma sta finendo di ristrutturare. Le ragazze sono uscite con abiti a dir poco protettivi: tailleur di nylon nero ma soprattutto abiti/soprabiti over di neoprene o montone placcato senza maniche e con la zip anteriore delle K Way. A rendere ancor meno sexy queste tenute “anti stupro”, stivali di gomma o manicotti alla caviglia di materiale tecnico, giallo segnaletico sui calzettoni di nylon. Queste corazze però sono ingentilite da grandi fiocchi di tulle annodati sulla nuca, nonché stratificate con capi di veli più femminili talora ingentiliti da fiori di paillette.

 

ANSA

 

 

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Prada: “Di notte non mi sento sicura”

“Recentemente- confessa la stilista- sono uscita di sera e non mi sentivo sicura”. E come darle torto? Certo, questo stile di Prada (ma non è una novità) rischia di penalizzare la seduzione e la femminilità. O quantomeno, l’idea di esse che alimentano proprio gli uomini più propensi a occhiate impertinenti che “svestono”, se non ad allungare le mani. La risposta di Prada è un po’ come “dargliela vinta”. Le donne hanno rivendicato tanto la libertà di mettersi i jeans, quando l’opinione pubblica li accusava di incitare allo stupro, e adesso? Si sigillano? Non dovrebbero essere più civili i maschi? Di sicuro, al di la dei fattacci di cronaca, non se ne può più di scollature, aderenze, panta calze anotomiche e

tacchi a spillo da stelline televisive clonate nei look della gente, dovunque e a tutte le ore. In questo caso “le contromisure” di Prada diventano puramente estetiche, quanto plaudite.

 

 

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Fendi: militare romantico

Anche Silvia Venturini Fendi, pone la sua donna “in difesa” dai uomini più aggressivi, in quanto messi in discussione. La stilista attinge dal maschile i tessuti della sartoria inglese, e dal militare, le linee severe. In particolare, le spalle sono squadrate ed estese. A enfatizzare questo “gioco di forza”, piccole mantelline che sigillano ogni capo. (La natura insegna che quando le scimmie scendono in battaglia, gonfiano il pelo per incutere più soggezione). Parallelamente e a differenza di Prada, la donna Fendi cerca con più perseveranza, di rivendicare la propria femminilità e il romanticismo. Pertanto, sui collettoni stondati, il logo della maison diventa una cifra ricamata a mano come nei vecchi corredi.

 

AFP

 

 

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Società e sartoria

Ai bordi delle passerelle, il dibattito tra femminismo, maschilismo e relative contromisure, è aperto. Del resto, a questo servirebbero le sfilate di rilievo che diventano spettacoli sociologici con tanto di titolo come una piece teatrale che esige una recensione. Poi ci sono le altre passerelle. Per ribadire quanto l’Italia è brava a fare vestiti belli e di qualità. Fa testo il rilancio di Les Copain, insegna dello

storico maglificio fondato da Mario Bandiera, ora con la direzione artistica della moglie Stefania Bandiera.

 

Les Copain

 

Da questa stagione nel calendario del pret- a porter c’è anche l’alta moda (quella su misura e fatta mano) di Lella Curiel con abiti a sfoglia nei quali si stratificano 18 sottovesti nel bordo di pochi centimetri di un abito corto. Ma in questo caso, la discussione si sposta dalla bruciante attualità alla sartoria d’altri tempi.

 

 

 

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