Come nasce la passione per l’arte e cosa rappresenta il disegno per te?
La passione per l’arte nasce da un’eredità genetica, mio padre è un artista, per cui ne porto le caratteristiche nel sangue, non è un mio merito essere incline all’arte ma più un destino. Essere portata per il disegno è stata una rivelazione che si è manifestata fin dall’asilo quando disegnavo su ogni superficie e alle elementari quando i miei quaderni facevano il giro dell’istituto per mano delle maestre che orgogliose volevano mostrare il mio operato. Conoscevo la prospettiva e la rappresentavo contrariamente ai miei coetanei, non ero un genio ma ero un’osservatrice maniacale con una spiccata memoria visiva ed una mano fortunata con la matita.. praticamente Il mio era un destino già scritto… non avrei potuto fare nulla di diverso da quello che fin da bambina mi caratterizzava.
Gli studi e la formazione sono proseguiti su questa linea fino all’università… dove contemporaneamente studiavo ed iniziavo a lavorate nel settore spettacolo come performer di arti circensi infuocate, passando tra due dimensioni artistiche quella dall’ arte visiva a quella dell’arte performativa. Nel periodo studi e post studi ho avuto l’onore di praticare una tra le discipline sportive più affascinanti connotata all’arte alla grazia e all’eleganza: il pattinaggio su ghiaccio, che poi ho unito anche alle arti circensi infuocate durante un’unica esibizione.
Come ti sei avvicinata alla tecnica artistica Sand Art?
Mi sono avvicinata all’arte della sabbia, nel momento in cui ho capito che potevo unire le mie due passioni: l’arte performativa e l’arte visiva. La Sand Art che ha matrici nel cinema sperimentale stop motion degli anni 60-70 negli anni 2000 all’estero era già utilizzata negli spettacoli dal vivo, l’Italia iniziava a capirne il valore qualche anno più avanti e a far nascere i primi Sand Artist, le prime rappresentanze tra cui me. Così nel 2011 ho iniziato ad esibirmi dal vivo creando immagini bidimensionali con la sabbia, modellate in controluce su un piano luminoso. Simultaneamente la performance viene videoripresa e mostrata al pubblico in proiezione in tempo reale. Le mani creano e disfano, trasformano i disegni di sabbia in un flusso continuo che racconta una storia visiva, accompagnata da un tappeto musicale.
Ce una tua rappresentazione a cui sei molto legata e perché?
Non ce un’opera in particolare ma un aspetto a cui sono più legata. La Sand Art è un’arte effimera, di impermanenza, dove tutto si crea e si distrugge… un arte concettualmente molto vicina all’ antica cultura dei Tibetani Buddisti animata dalla filosofia mandala ovvero considerare come valore la transitorietà dei fenomeni, tutto è passeggero, tutto muta, niente è eterno, l’entropia è universale, non attaccarsi all’oggetto, ma rimanere nell’esperienza, lasciare andare…
Poi ce il viaggio che si associa a questa attività, essere ingaggiata per potermi esibire in città della nostra nazione o dell’estero, sempre diverse è un aspetto che mi arricchisce e mi permette di incrociare la mia vita con quella di altre persone, altri luoghi, altre tradizioni e scenari lasciandomi sempre qualcosa di buono.
Puoi dirci a cosa stai lavorando adesso?
Uno spettacolo accompagnato da un pianista Piemontese, al Teatro Della Concordia in provincia di Perugia, un teatro settecentesco che è patrimonio artistico italiano ed io sono sempre entusiasta di vivere la mia arte dentro queste cornici. Mi occupo anche di produzioni video per cui sto contemporaneamente lavorando ad un video di Sand art arricchito da effetti ed animazioni. Qui l’arte materica del manufatto la faccio incontrare con l’arte digitale per amplificare le possibilità creative e le idee più impossibili dal vivo.
Ogni lavoro che svolgo sia di performance live o di produzione video corrisponde alla commissione di un cliente, che può essere un privato, un brand, un’ azienda, un ente… lavoro esclusivamente su una commissione e non ho mai avuto un repertorio. I miei lavori sono sempre sfide diverse, uniche perché irripetibili, cucite addosso ad una richiesta, un tema sempre diverso.
Facendo un piccolo bilancio della tua vita cosa ne verrebbe fuori?
Rispondo a questa domanda in riferimento all’arte che è l’estensione del mio io, quindi posso osservare che artisticamente sono passata dal ghiaccio al fuoco, dalla carta alla sabbia, e dalla sabbia al digitale e ho ripercorso anche a ritroso e questi passaggi, ciclicamente. Il bilancio mi dice che ho chiuso il cerchio. Dovrò solo ripercorrerlo nuovamente, scoprendo nuovi dettagli e reinventandone altri..
Parlaci dell’amore, cosa rappresenta nella tua vita?
L’amore è un’energia, il motore dell’emozionalità, senza l’amore non potrei avere la giusta spinta per essere creativa, essere ispirata… amare è un dare e avere, essere grati alla vita è una forma d’amore, amare qualcuno invece ti porta ad affinare l’empatia e di conseguenza ad essere più sensibile e più performativa nella produzione di arte, perché tutto è connesso.
Cosa vorresti che le persone capissero di te?
Non ho mai avuto questa pretesa ne questa ambizione, il mio interesse è trasmettere la mia emozionalità attraverso l’arte che produco. Le persone che non comprendono la mia dedizione sono l’incentivo per fare ancora meglio per stupirle e farle ricredere, ma se questo miracolo non dovesse avvenire me ne farò una ragione.
Un tuo sogno nel cassetto?
Era quello di vivere di arte.. e si è ampiamente avverato.