l virus della disuguaglianza: 1.000 super ricchi recuperano le perdite per la pandemia in 9 mesi

ROMA – A dicembre la ricchezza dei miliardari nel mondo aveva raggiunto il massimo storico di 11.950 miliardi di dollari, ossia quanto stanziato da tutti i Paesi del G20 per rispondere al coronavirus. Dall’inizio della pandemia, il patrimonio dei primi 10 miliardari del mondo è aumentato di 540 miliardi di dollari complessivi: risorse sufficienti a garantire un accesso universale al vaccino anti-Covid e assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus. Da marzo la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro, pari a 7.500 euro per ognuno dei 6 milioni più poveri dei nostri connazionali. In Italia oggi un’infermiera dovrebbe lavorare 127 anni per guadagnare quanto un amministratore delegato in un anno. È la fotografia contenuta nel nuovo report diffuso oggi da Oxfam, in occasione dell’apertura del World Economic Forum di Davos, che si svolgerà in forma virtuale. Ecco l’analisi di DisuguItalia e si può firmare la petizione di Oxfam #STOPDISUGUAGLIANZE.

 

Disparità simultanee in tutti i Paesi del mondo. Insomma, le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per l’emergenza Covid-19, mentre i più poveri per riprendersi dalle catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di 10 anni. Per la prima volta in un secolo, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i paesi contemporaneamente. Un sondaggio globale svolto da Oxfam tra 295 economisti in 79 paesi – tra cui Jeffrey Sachs, Jayati Ghosh e Gabriel Zucman – rafforza tali previsioni, con l’87% degli intervistati che si aspetta “un aumento” o “un significativo aumento” della disuguaglianza di reddito nel proprio paese, a causa della pandemia.In assenza di un’azione adeguata e coerente da parte dei Governi, la Banca Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno.

C’è chi accumula ricchezza nonostante la crisi. Il virus della disuguaglianza mostra come la pandemia abbia acuito gli squilibri economici e sociali, razziali e di genere preesistenti: grazie a un sistema economico iniquo un’élite di miliardari ha continuato a accumulare ricchezza nel corso della più grave crisi dai tempi della Grande Depressione, mentre miliardi di persone sono state spinte sull’orlo della povertà.

ALCUNI DATI 

La recessione è finita per i super-ricchi. Nel mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia: si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus. Basti pensare che tra marzo e dicembre 2020, mentre la pandemia innescava la più grave crisi occupazionale degli ultimi 90 anni, lasciando centinaia di milioni di persone disoccupate o sottooccupate, il valore netto del patrimonio di Jeff Bezos è aumentato di 78,2 miliardi di dollari. In Italia da marzo la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro: una somma che equivale a 7.570 euro per ognuno dei 6 milioni di italiani facenti parte del 10% più povero.

Le donne, ancora una volta, le più colpite. A livello globale, le donne sono maggiormente impiegate proprio nei settori professionali più duramente colpiti dalla pandemia. Se il livello di occupazione tra uomini e donne fosse uguale in questi settori, 112 milioni di donne non correrebbero più il rischio di perdere il proprio lavoro e quindi il proprio reddito. Ciò è evidente in Medioriente e Africa del nord, dove le donne rappresentano solo il 20% della forza lavoro ma le perdite di posti di lavoro dovute al Covid-19, secondo le stime, incideranno sull’occupazione femminile per il 40%.  In generale, le donne rappresentano oltre il 70% della forza lavoro impiegata in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura. Questo le espone a maggiori rischi in tempo di pandemia – sanitari ma anche collegati alla tutela del reddito. In Italia oggi un’infermiera dovrebbe lavorare 127 anni per guadagnare quanto un amministratore delegato di una grande azienda in un anno.

La pandemia uccide in modo disuguale. I brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di probabilità in più di morire di COVID-19 rispetto alla popolazione bianca; negli Stati Uniti, 22.000 cittadini afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi.

La ripresa dal Covid dipende da sistemi economici più equi. Una tassa temporanea sugli extra-profitti maturati da 32 multinazionali durante la pandemia avrebbe generato 104 miliardi di dollari nel 2020, un ammontare di risorse equivalente a quello necessario per garantire indennità di disoccupazione a tutti i lavoratori e supporto finanziario per bambini e anziani in tutti i paesi a basso e medio reddito.

La distanza tra ricchi e poveri più letale del virus. “Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle disuguaglianze, come mai prima d’ora. – ha detto Gabriela Bucher, direttrice di Oxfam International –  Una distanza tanto profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus stesso. Mentre un’élite di pochi miliardari ha tratto enormi profitti dalla pandemia, le piccole e medie attività stentano a resistere, e sempre più persone perdono il lavoro, finendo in povertà. Tra tutti sono le donne e le minoranze etniche a subire il peso maggiore della crisi. In molti paesi sono i primi a rischiare di soffrire la fame e ritrovarsi tagliati fuori dall’assistenza sanitaria”.

Le forniture militari ai massimi storici. Con la ripresa dei mercati azionari le fortune dei miliardari hanno raggiunto i massimi storici: a dicembre la loro ricchezza totale aveva raggiunto gli 11.950 miliardi di dollari, l’equivalente delle risorse stanziate da tutti i Paesi del G20 per rispondere agli effetti della pandemia. La ripresa per chi era in difficoltà già prima del Covid sarà dura e lunga: prima che il virus colpisse, la metà dei lavoratori nei Paesi più vulnerabili versava in condizione di povertà e i tre quarti della forza lavoro non godeva di alcuna forma di protezione sociale, come l’indennità di malattia e i sussidi di disoccupazione.

La disparità non è inevitabile, dipende dalla politica. “L’aumento delle disuguaglianze non è un fenomeno inevitabile, ma dipende dalle scelte politiche dei governi – aggiunge Bucher – la crisi generata dal Covid-19 offre ai governi di tutto il mondo l’occasione di adottare politiche in grado di promuovere sistemi economici più equi e inclusivi”. Affrontare le cause strutturali della disuguaglianza per Oxfam vuol dire:

– investire nella copertura sanitaria universale e gratuita, nell’istruzione e in altri servizi pubblici che possono ridurre le disparità;

– promuovere il lavoro dignitoso, libero dallo sfruttamento anche incentivando modelli di impresa che distribuiscono il valore in modo più equo tra tutte le parti interessate e non incentrati sulla mera massimizzazione degli utili per gli azionisti;

– attuare politiche orientate alla giustizia fiscale;

– riorientare i nostri modelli di produzione e consumo in modo da porre un freno alla grave crisi climatica.

L’analisi di DisuguItalia. Anche prima dell’abbattersi della pandemia sul nostro Paese, l’Italia era profondamente disuguale, contrassegnata da ampi squilibri nella distribuzione della ricchezza nazionale aumentati negli ultimi vent’anni.  A metà 2019 – secondo gli ultimi dati disponibili – il top-10% (in termini patrimoniali) della popolazione italiana possedeva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione.

Chi con la pandemia non ha avuto “cuscinetti” finanziari. Allo scoppio dell’emergenza sanitaria il grado di resilienza economica delle famiglie italiane era estremamente diversificato, con poco più del 40% degli italiani in condizioni di povertà finanziaria, ovvero senza risparmi accumulati sufficienti per vivere, in assenza di reddito o altre entrate, sopra la soglia di povertà relativa per oltre tre mesi. Circa 10 milioni di nostri concittadini più poveri, con un valore medio del risparmio non superiore a 400 euro, non avevano nessun cuscinetto finanziario per resistere autonomamente allo shock pandemico.

Il quadro secondo la Banca d’Italia. Durante il primo lockdown di marzo metà delle famiglie italiane dichiarava di aver subito una contrazione del proprio reddito ed il 15% di aver visto dimezzarsi le proprie entrate, con solo il 20% dei lavoratori autonomi che non aveva subito contraccolpi. A fine estate nel 20% delle famiglie con figli minori di 14 anni uno o tutti e due i genitori aveva ridotto l’orario lavorativo o rinunciato al lavoro per accudirli. Mentre il 30% dichiarava di non disporre di risorse sufficienti per far fronte a spese essenziali nemmeno per un mese, in assenza di altre entrate.

Con i sostegni del Governo disparità attenuate. In questo contesto, le misure di sostegno pubblico al reddito, al lavoro e alle famiglie emanate nel corso del 2020 dal Governo hanno contribuito ad attenuare gli impatti della crisi e a ridurre moderatamente i divari retributivi e reddituali. Prime stime rilevano che le misure di emergenza abbiano determinato una riduzione di 1,7% della disuguaglianza dei redditi da lavoro di 1,1% di quella dei redditi disponibili equivalenti delle famiglie italiane, oltre ad attenuare la crescita dell’incidenza della povertà. Tuttavia, questa moderata riduzione delle disparità è stata accompagnata da un calo dei redditi per una quota ampia della popolazione meno abbiente. Inoltre, tale riduzione delle disuguaglianze non è l’effetto di un intervento strutturale ma esclusivamente di misure compensative che hanno semmai bisogno di essere mantenute fino a un pieno recupero dell’economia.

Il World Economic Forum di Davos. Durante la settimana del 25 gennaio, il World Economic Forum (WEF) i leader mondiali si riuniranno virtualmente in occasione dei “Davos Dialogues”. Il summit avrà al centro lo stato della crisi mondiale generata dalla pandemia da Covid-19.

Le fonti dei dati di OXFAM. I calcoli di Oxfam si basano sulle fonti disponibili di dati più aggiornati e completi. I dati sugli individui più ricchi del pianeta sono tratti dalla lista Forbes per il 2020. Poiché nel 2020 i dati sulla ricchezza erano molto volatili, gli estensori del Global Wealth Report di Credit Suisse hanno rinviato al 2021 la pubblicazione di stime annuali sulla distribuzione della ricchezza globale. Per questo motivo, a differenza dei rapporti pubblicati negli anni precedenti, Oxfam non è stata in grado di confrontare la ricchezza dei miliardari con quella della metà più povera del mondo.

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