Montblanc dedica una penna speciale al Piccolo Principe. Il ceo Baretzky: «Vogliamo essere il primo luxury smart brand»

«Creare dei legami? Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo»: in uno dei passi più amati de Il Piccolo Principe, la volpe spiega al principe l’importanza di essere legati a qualcuno, magari per la vita intera. Un desiderio, un’ambizione di eternità, che Montblanc ha fatto propria ispirandosi al romanzo di Antoine de Saint-Exupéry per la sua più recente serie di stilografiche in edizione limitata. Strumenti da scrittura appena presentati a New York, la città dove l’autore francese scrisse il libro durante il suo esilio, dove venne pubblicato la prima volta nel 1943 e dove si trova custodito il manoscritto originale, nelle sale della Morgan Library. Oggi, nell’era del digitale e dei legami “liquidi”, la maison del gruppo Richemont torna a proporre un oggetto che vuol essere senza tempo, legandosi a una storia che ha 75 anni ed è amatissima. Il Piccolo Principe è tradotto in 300 lingue: un record battuto solo dai testi religiosi.

«Anche noi abbiamo una lunga storia: siamo nati nel 1906. Ma abbiamo numerosi clienti giovani, direi anzi che siamo perfetti per i Millennials – spiega Nicholas Baretzky, da un anno ceo della maison –: sono nativi digitali, ma cercano significati profondi, coerenti, come quelli che noi riusciamo a esprimere. È uno dei motivi del nostro successo».

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