Sonia Gergis è una manager italo Egiziana, io sono il cambiamento delle regole a Duabi: non siamo Escort

Sonia Gergis è una manager italo – egiziana che ha lasciato l’Italia in cerca di opportunità lavorative altrove. Ha scelto Dubai per costruire la sua carriera. Ha iniziato come hostess quattro anni fa in un ristorante. Il direttore ha creduto nelle sue capacità e ora, a 27 anni, è lei la direttrice. In Italia ha lavorato come modella, ma prima che arrivasse il covid ha aperto un bar con la sorella. La crisi, però, le ha costrette a chiudere.

È cresciuta in Italia e ha origini egiziane. Faceva la modella ed è stata eletta Miss Egitto. Quattro anni fa è partita per un’esperienza a Dubai dove ha iniziato a lavorare in un ristorante come hostess. Lei però voleva stare al fianco della sua famiglia in Italia, così è ritornata. Prima del covid ha aperto un’attività con sua sorella. Un bar che avrebbero gestito insieme, ma la crisi le ha obbligate a chiudere e lei ha scelto di tornare a Dubai. Grazie anche al sostegno del direttore del ristorante dove ha iniziato come hostess, oggi è lei la direttrice. Ha 27 anni ed è riuscita a farsi rispettare da uomini e donne, anche se all’inizio non è stato facile.

Ho lottato per avere rispetto”

A Fanpage.it Sonia Gergis dice:”Ho realizzato che Dubai mi avrebbe dato più opportunità lavorative e la possibilità di crescere nel mio campo. Ho iniziato come hostess 4 anni fa. Poi sono diventata guests relation manager (responsabile relazioni con gli ospiti) e receptionist manager. Ero responsabile di tutto il dipartimento della reception. Dalle hostess alle prenotazioni, ai piccoli problemi come le lamentele dei clienti. Ora sono direttrice del ristorante intero”.

Quattro anni fa è partita per un’esperienza, poi è ritornata in Italia ma ha capito che non poteva restare. “Ho deciso di rientrare in Italia e avere la mia stabilità vicino alla mia famiglia, ai mie amici ecc. Lavoravo con i miei genitori nel loro negozio. Poi ho iniziato a fare la modella”, racconta . Ha partecipato a un concorso di bellezza ed è stata eletta Miss Egitto. Prima che arrivasse il covid, poi, ha aperto un bar con la sorella ma la crisi dovuta alla pandemia le ha costrette a chiudere l’attività. Così, un anno fa è tornata a Dubai. Grazie alle sue origini è riuscita a integrarsi con la cultura locale “totalmente diversa da quella europea – dice e continua –  Si avvicina molto a quella egiziana quindi riesco ad adattarmi e capirla”. Racconta anche il rapporto che ha con le persone locali: “Gli uomini li vedo molto rispettosi anche se non ho lo stesso rapporto che ho con i miei connazionali. Per quanto riguarda le donne, invece, non se ne vedono molte in giro. Non ho nessuna amica locale. Con quelle che vedo nel mio ristorante non riesco ad averci lunghe conversazioni. Tendono sempre a essere molto chiuse”.

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Sonia conferma che Dubai è considerata da molti la meta delle escort di tutto il mondo ed essere una bella donna può diventare un ostacolo: “È vero. Ognuno sceglie la propria strada, io non giudico nessuno. L’unica cosa negativa di questa storia è che le ragazze normali come me hanno sempre il problema di ricevere tante proposte indecenti quando si va al ristorante o in un club. Non è facile dimostrare che una bella ragazza giovane possa dare quello che un uomo può dare “, dice la manager. Nel suo lavoro, la maggior parte dei colleghi sono uomini e non smette di combattere per farsi rispettare: “Cerco di lottare per non fargli pensare che una donna non possa dirigere un ristorante come lo fa un uomo. Riesco a raggiungere il mio obbiettivo. Purtroppo, però, devo stare attenta a ogni passo che faccio e a ogni parola che dico per non perdere il rispetto”.

Secondo Sonia Gergis c’è spazio per l’emancipazione femminile e lei non è l’unica a lavorare nel suo ristorante: “In reception sono tutte donne (hostess), ma tra i camerieri sono solo tre. Ho lavorato tanto per avere rispetto. Ho anche avuto tanto sostegno dal mio direttore che stimo molto. All’inizio ho avuto qualche difficoltà, poi però è stato abbastanza facile. Occorre mantenere le giuste distanze con dei limiti. Grazie al mio direttore, che ha creduto tanto in me e nelle mie potenzialità, sono riuscita a creare un buon rapporto con tutti i dipendenti senza dare troppa confidenza”, conclude.

La rivoluzione delle donne

Le donne degli Emirati Arabi si appropriano del loro ruolo e settimana scorsa – al Padiglione delle Donne dell’Expo di Dubai organizzato da Save the Children – giovani attiviste dal Libano, Egitto e altri Stati africani hanno partecipato al convegno intitolato: “Noi possiamo! Le voci delle ragazze per il loro potenziamento”.

La reputazione di Dubai ha creato, nell’immaginario occidentale, un mondo surreale dove escort di lusso, soldi e potere economico trasformano i sogni in realtà. In una città dove vige la Shariʿah, le donne locali devono rispettare la legge islamica. Ma il tasso di prostituzione è elevatissimo. “Dubai – escort” è un binomio che si contrappone all’immagine della donna musulmana coperta dalla testa ai piedi da un velo e una tunica nera. Risulta difficile quindi pensare a Dubai come una città dove le donne possono emanciparsi, farsi rispettare e addirittura diventare manager in carriera. Ma gli stereotipi sono fatti per essere distrutti e al convegno dell’Expo, l’imprenditrice e attivista emiratina Sarah Al Madani ha sottolineato l’importanza di una rivoluzione socio-culturale: “Invece di nasconderci dietro culture, abitudini e tradizioni datate, dobbiamo iniziare a pensare seriamente di cambiarle. Le riforme partono all’interno delle famiglie e noi dobbiamo concentrarci sull’educazione delle nuove generazioni”.

 

 

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