Triumph, formazione «social» per i negozi in Italia

Un passo per volta. O meglio: una maratona per volta. Nel 2012, dopo la nomina ad amministratore delegato per il Sud Europa di Triumph, Olga Iarussi si era data un obiettivo, in linea con le richieste della casa madre, multinazionale dell’intimo, costumi e homewear da oltre 2 miliardi di ricavi. «Italia, Spagna e Portogallo avevano bisogno di un turn-around. Il meno traumatico possibile: non ho mai creduto che per risanare i bilanci basti tagliare i costi fissi, come quelli del personale – spiega la manager, entrata in Triumph nel 2007 –. Ho avuto la piena fiducia dei vertici dell’azienda e ora, passo dopo passo, l’obiettivo può dirsi raggiunto. Nel 2017 il fatturato della sola filiale italiana è cresciuto a una cifra a 51 milioni e siamo tornati in utile per diversi milioni. Ora iniziamo un altro percorso, per me ancora più importante: trasformare ogni negozio multimarca in autentico partner, per crescere insieme».

Come per il risanamento dei conti e la ristrutturazione del canale retail che ha portato agli ottimi risultati del 2017,Olga Iarussi ha stabilito l’inizio del percorso, ma non vuole fissarne la fine. «Tengo molto a questo progetto, l’ho ideato per l’Italia e presentato alla casa madre. Da loro ho avuto il via libera e il sostegno economico necessario – spiega l’ad di Triumph Sud Europa –. Ma se tutto andrà come spero, nulla vieta di replicare il progetto in Spagna, Portogallo e magari anche altrove».

In Italia l’azienda ha centinaia di punti vendita nel canale wholesale: a 300 di questi, da Nord a Sud, verrà offerto un percorso di formazione organizzato in moduli di tre mesi.

«Abbiamo fatto un esperimento con un partner di Roma e ora siamo pronti a estenderlo su larga scala. Per i negozianti non ci sono oneri e in fondo anche noi preferiamo parlare di investimento, non di costo – sottolinea Olga Iarussi –. Per questo abbiamo chiamato il progetto Together with Triumph. Il primo modulo riguarderà l’utilizzo dei social network, in futuro i nostri consulenti ed esperti forniranno ai negozianti strumenti per ottimizzare il merchandising, i servizi alla clientela, la gestione dei magazzini, solo per citare alcuni aspetti».

Olga Iarussi tiene a ricordare le particolarità del canale wholesale del settore intimo-mare: «Parliamo di negozi con un conversion rate che varia dal 70% al 90%. Come dire che almeno sette persone su dieci fanno un acquisto. I proprietari dei multimarca hanno attraversato un periodo difficile, chi è sopravvissuto oggi è più forte e può contare sulla fidelizzazione intrinseca nella vendita di un prodotto così “sensibile” come l’intimo da donna». Triumph vuole mettere a disposizione del canale wholesale il know how di retailer.

«Nel 2017 le vendite dei nostri negozi in Italia sono salite a doppia cifra e continueremo ad aprirne in modo ragionato, perché ogni punto vendita deve essere economicamente sostenibile – conclude l’ad di Triumph Sud Europa –. Le prossime tappe sono Genova e piazza Wagner, a Milano. Chi entra in un camerino di un nostro monomarca, nel 90% dei casi compra qualcosa di ciò che ha provato. Ma teniamo anche conto che la permanenza media in un camerino di un negozio di abbigliamento è sette minuti. Da noi è di 25. La formazione del personale è strategica: le venditrici devono essere prima di tutto un po’ psicologhe. Non è un mestiere per tutti, ma quando lo si fa bene nasce un legame fortissimo con le clienti, basato su fiducia ed empatia e che fa la differenza tra acquisti sul web e nel mondo reale» fonte sole 24 ore

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