COME UOMINI RAGNO PER RIPULIRE IL CAMPANILE PIÙ ALTO D’ABRUZZO

ATRI – Sospesi in aria per ripulire la torre campanaria più alta d’Abruzzo. Lo spettacolo che ha
tenuto in molti con il fiato sospeso, si è tenuto ad Atri (Teramo) e ha interessato la basilica di
Santa Maria dell’Assunta nel centro del teramano.
A darsi da fare sospesi a 64 metri di altezza e utilizzando tecniche alpinistiche, sono stati
Guglielmo Di Camillo e Alessandro DI Clemente dell’associazione sportiva dilettantistica
Natura d’Abruzzo.
I due hanno sfidato la forza di gravità per ripulire la torre della basilica inserita nei
monumenti nazionali dal 1899 e visitata da Giovanni Paolo II nel 1985.

L’intervento ha visto la collaborazione, per la gestione della logistica, del gruppo Alpini Atri,
dei volontari di Protezione Civile del comune in provincia di Teramo e della Diocesi di Teramo-
Atri.
“Abbiamo rimosso diverse piccole piante”, dice a Virtù Quotidiane Guglielmo Di Camillo, “che
stavano mettendo delle radici e rischiavano di rompere i mattoni. Inoltre, abbiamo eliminato
le erbacce superficiali che stavano invadendo gran parte del campanile”.
Vegetazione che rischiava di attecchire e arrecare danni alla struttura sacra. Le operazioni
che presentavano più di qualche difficoltà, si sono svolte nel rispetto non solo delle regole per
la sicurezza degli operatori che si sono dati da fare per ripulire la torre, ma soprattutto
facendo molta attenzione che corde e altre attrezzature non andassero a danneggiare le
pietre del monumento.


Inoltre, anche nella rimozione della vegetazione si è fatto ricorso al solo uso delle mani
proprio per evitare che strumenti vari andassero a scalfire le antiche pietre.
L’intero intervento è durato più di qualche ora e in molti hanno atteso al fine delle operazioni
stando con il naso all’insù per osservare le evoluzioni dei due uomini ragno.
Soddisfazione è stata espressa dal parroco Don Giuseppe con cui, da oltre un decennio,
l’associazione collabora per la pulizia della torre che negli ultimi anni è stata effettuata altre
tre volte e sempre in modo spettacolare. (fed.ci.)

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