Gli effetti di #Ferragnez sul turismo a Noto (a prova di tour operator)

inalmente sposi: sabato 1° settembre, l’influencer Chiara Ferragni e Federico Lucia, in breve Fedez, convolano a nozze. A sorpresa la cerimonia non si svolgerà né a Cremona, la città di lei, né a Milano, dove tra l’altro la famiglia vive già nella Penthouse One, nelle nuove residenze di Zaha Hadid. La coppia più social d’Italia si sposerà a Palazzo Ducezio, sede del Comune di Noto, e darà un party stasera a Palazzo Nicolaci, per amici e influencer, circa 400 persone. Il ricevimento nuziale invece è a Palazzolo Acreide, uno degli otto borghi del Val di Noto, di cui si sente parlare poco. Come gli altri – Caltagirone, Catania, Modica, Noto, Ragusa, Scicli, Militello Val di Catania– Palazzolo fa parte del Patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco, eppure è spesso trascurata. Ingiustamente.

A dire il vero, più che il paese barocco, i futuri signori Lucia hanno scelto la location, la Dimora delle Balze aperta un anno fa nella campagna intorno. Appena inaugurato, l’hotel ricavato in una masseria di fine Ottocento, è finito sulla cover di AD per il suo design contemporaneo, frutto della ricerca e del buon gusto di Pino ed Elena Lops, imprenditori della moda che lo avevano immaginato come proprio rifugio di svago, decidendo solo all’ultimo di aprire all’ospitalità, in una zona in veloce sviluppo turistico.

Settembre è tra l’altro è uno dei mesi migliori dell’estate per soggiornare e girare in Val di Noto. Le giornate sono ancora calde, le spiagge semivuote (a parte il fine settimana), e si trova posto negli hotel e nei ristoranti migliori. Da fare e da vedere ce n’è quanto si vuole, anche limitandosi al territorio tra Noto e Palazzolo.

Palazzolo Acreide, a 670 metri sui monti Iblei, ha il fascino dei luoghi non ancora scoperti. È un borgo barocco con le chiese e i palazzi in tufo biondo, ma ha origini che risalgono all’epoca greca e romana, di cui resta il teatro costruito a secco su un pendio naturale, ancora usato per rappresentare commedie e tragedie antiche. Ma queste valli gentili erano abitate ben da prima, come testimonia la necropoli rupestre di Pantalica con 5mila tombe e grotte scavate nella montagna che risalgono alla preistoria, da visitare nelle vicinanze. D’altra parte, Palazzolo è sede di un avveniristico quanto singolare Museo dell’Informatica Funzionante, dove si possono provare computer storici, e si conservano, riparano e condividono hardware, software, schemi elettrici, libri e media.

Noto invece è la capitale del barocco ibleo, e tutti i suoi monumenti meritano una visita, dalla Cattedrale a Palazzo Castelluccio fino al Teatro, uno dei pochi edifici Liberty tra ricami di pietra settecenteschi. Per ammirarli basta passeggiare in corso Vittorio Emanuele, o sedersi al Caffè Sicilia (al civico 125) e osservare il via vai, mentre si mangia la granita di Corrado Assenza, uno dei migliori pasticceri italiani, anche senza i clamori di Chef’s Table su Netflix.

Le spiagge sono vicine, meno di 10 chilometri, e anche quando sono più lontane, quasi non si vorrebbe che finisse la strada tanto è emozionante il paesaggio che attraversa. Seguendo indicazioni spartane, si arriva a Cala Mosche, nella riserva naturale di Vendicari, dove il numero è naturalmente limitato dal tragitto a piedi lungo un sentiero scomodo per chi porta ombrelloni, sdraio e vettovaglie. È la sua salvezza, e laggiù il mare è bello e intenso come quello dei Caraibi. L’alternativa organizzata, con lettini e balinesi rural chic e ristoro, è il Lido Baiamuri, aperto da Gigi Tropea, titolare dell’omonimo concept store di Catania.

Lo stabilimento è a Marzamemi, il borgo di pescatori che in agosto è caotico, anzi invivibile, e finalmente ora inizia a tornare al suo silenzio assolato, com’era nel film “Sud” di Gabriele Salvatores, quando pochi si avventuravano fin laggiù. Ora non è più così: Noto, i suoi dintorni, persino Palazzolo Acreide sono diventati famosi grazie alla tv, alle star, ma soprattutto grazie a imprenditori che, spesso forestieri, hanno colto le potenzialità di questa terra di cuore, di tradizioni e di bellezza architettonica e naturale, e hanno investito su un turismo di qualità, a cominciare dall’ospitalità, sempre più ricercata.

In città si dorme nel b&b San Carlo Suites, aperto un anno fa al primo piano di palazzo Ottocento, con maioliche antiche siciliane, arredi fatti su misura da artigiani locali. Recenti anche le Seven Rooms Villadorata, nell’ala privata di Palazzo Nicolaci, e le residenze moderne alla Countryhouse Villadorata, fuori Noto. Nella profumata campagna di mandorli, carrubi e ulivi, ha acquistato una dimora anche Jacques Garcia, l’architetto che ha firmato alcuni alberghi-modello come il Mamounia a Marrakech, il Costes e Maison Souquet a Parigi, e il nuovissimo L’oscar di Londra.

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