Un soggiorno a Piazza Navona: benvenuti nel nuovo Holy Deer, per un ospite di passaggio

turisti che passeggiano a Piazza Navona in questa fine estate alzano gli occhi incuriositi verso una finestra con balconcino da cui si sporge una coppia, esattamente sotto il campanile di sinistra della Chiesa di Sant’Agnese in Agone. Forse non sanno che proprio da lì, nei primi decenni del 1600, si affacciavano anche Innocenzo X e la sua confidente (e amante) Donna Olimpia. E tantomeno possono immaginare che in quell’appartamento, oggi, sia possibile trascorrere un soggiorno di pura meraviglia, il sentimento che in fondo pervadeva tutta l’arte Barocca.

Dall’ingresso di via dell’Anima una rampa circolare progettata dal Borromini – la stessa sui cui il Papa saliva a dorso d’asino – conduce al piano nobile di Palazzo Pamphili. Dietro un portoncino blu si apre l’Holy Deer, una residenza a ferro di cavallo con due camere da letto, ognuna con stanza da bagno, collegate da uno studio, una stanza della musica, una libreria, un lounge con bar, una cucina e una sala da pranzo. Oltre 350 metri quadri a disposizione di un solo ospite (o di una famiglia) alla volta.

È questa l’idea di ospitalità di lusso secondo Stefano e Giorgia Barbini: lui è l’ex ad di Escada per Italia e Francia (ma è stato anche executive head of marketing per Alberta Ferretti e Jean Paul Gaultier, tra gli altri), lei è la nipote di Gaetano Savini, fondatore di Brioni, ed ex proprietaria del flagship store Escada Roma e managing retail director di Escada Italia. Nel 2010 si innamorano di un ex casino di caccia del XVI secolo a San Lorenzo di Sebato, in Val Pusteria, lo trasformano nel “White Deer”, si trasferiscono lì con i tre figli e decidono di abbandonare il mondo della moda e di cambiare definitivamente vita. Sono loro a occuparsi personalmente degli ospiti: Giorgia cucina (egregiamente), Stefano si occupa di proporre esperienze fuori dal comune, immersi tra i boschi e la privacy totale. Dopo il Mountain Lodge, nel 2015 è la volta del “Blue Deer”, il San Lorenzo Sea Lodge, un catamarano con 4 cabine – il più grande in navigazione nel Mediterraneo – dotato di ogni comfort, tra cui la presenza di un ottimo chef a bordo, per andare alla scoperta di coste, isole e porticcioli italiani fuori dal turismo di massa. La regola è la stessa: one guest at a time.

Ora è la volta del primo City Lodge, che apre proprio in questi giorni dopo un progetto di recupero fuori dal comune (anche nei tempi: solo 8 mesi). «Dopo la montagna e il mare – racconta Stefano Barbini – ci mancava una città e Roma, anche per le radici di Giorgia, rappresenta il culmine del nostro viaggio in Italia all’insegna della bellezza e dell’autenticità. Ci siamo accorti che i nostri clienti che amano la Capitale non trovavano una sistemazione adeguata alle loro esigenze. L’Holy Deer per i nostri ospiti rappresenta una casa, chiaramente importante, lontana da casa». Ogni dettaglio trasmette la sapienza dell’alto artigianato italiano.

Non è uno slogan: i pavimenti in cotto nero etrusco sono stati realizzati dalla Fornace Sugaroni, i letti sono stati fatti a mano da Salvatore Pepe di B-beds, le grucce di legno, rivestite di cuoio, personalizzate da Toscanini, i due camini di fine Settecento sono stati restaurati da Marco Pecchioli, il mosaico di 265mila tessere nell’idromassaggio è firmato da DG Mosaic. Nella cabina armadio, con ante rivestite di tessuti in puro cashmere e interni foderati di seta, sono esposti i bozzetti originali di Savini e le impunture porpora in pelle ricordano proprio quelle sartoriali degli abiti su misura di Brioni. È in bella mostra un pianoforte Yamaha Disklavier che può suonare anche da solo, in remoto, e ci sono un grande mobile bar a scomparsa con i migliori distillati e liquori italiani e una sala cucina per la colazione o per cene con un personal chef.

Ma è la stanza del papa l’ambiente più stupefacente: lì dove si consumava la liaison di Innocenzo X con la potente cognata Olimpia, “la papessa”, c’è ora un letto king size che poggia su una pedana (creata da Giorgio Paolini fondendo l’ottone direttamente su vecchi tronchi di legno dell’Alto Adige), quasi sospesa tra drappeggi in velluto, proiettata verso il soffitto alto 8 metri e mezzo. A conciliare il sonno contribuisce il grandioso affresco di Francesco Allegrini che racconta l’amore tra Didone ed Enea.

Appena fuori dalla finestra e dal balcone c’è Piazza Navona, la Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini e una città intera che il più delle volte declina con sciatteria le sue proposte di accoglienza. L’Holy Deer è un progetto imprenditoriale ambizioso, un apripista: «Noi ci rivolgiamo a un club di persone di cultura e talento, che sia nella finanza o nell’arte – prosegue Barbini -. Hanno in comune curiosità, understatement e senso del valore. Non sono in cerca di rubinetti d’oro, possono pagare qualsiasi cifra ma a patto di scoprire e vivere qualcosa che non potrebbero fare altrove. In un momento in cui i viaggi sono consumati con estrema frettolosità e superficialità, noi pensiamo di riuscire a far rallentare e a far vivere un soggiorno con il giusto tempo».

Sono molti i luoghi in Italia che, invece di trasformarsi nell’ennesimo B&B di (presunto) lusso, potrebbero intercettare la forma più evoluta di high-end tourism. Nel mondo non manca chi è disposto a spendere 10mila euro a notte (pre-opening rate) per vivere la quintessenza di Roma. Basta (si fa per dire) raccontare una storia vera e offrire un’esperienza inedita.

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