Intervista alla chef Camilla Liscio del ristorante di pesce CALIMA a Silvi Marina

Il tuo miglior pregio?

Creatività

E il tuo peggior difetto?

La testardaggine, tendo a non delegare perché mi fido poco delle persone

Come la definisci la tua cucina in poco parole?

Cucina raffinata, creativa, fresca e soprattutto giovane

C’è un piatto che ti piace preparare in modo particolare?

Si, amo preparare un antipasto: crema di patate al nero di seppia, tentacoli di calamaro al vapore con cannella e lime, calamaro ripieno di tarallo, curcuma e pomodorini. Mi descrive molto bene. quel mio lato tenero con la crema di patate, la dolcezza della cannella e un essenziale presenza di esoticità, la mia parte estrosa.

«Confessi un vizio»

L’ansia della perfezione maniacale viene calmata da un piccolo brindisi iniziale

Se non fossi stata una cuoca?

Mi sarebbe piaciuto essere veterinaria

Per natale cosa proponi ai tuoi prestigiosi clienti?

Tradizione e innovazione ma sempre con tante sorprese, un occhio rivolto sempre alla creatività, non permetto che i miei clienti possano trovare piatti ripetitivi e poco coinvolgenti. Tutto per soddisfare i clienti più sensibili ed esigenti

Cosa non deve mai mancare in Cucina?

Il rispetto e la fiducia come prima cosa. Oltre le materie prime eccelse, non può mancare il buon gusto e la conoscenza.

Cosa significa lavorare con il proprio compagno di vita nello spesso spazio?

Lavorare con Marco penso che sia una delle esperienze più belle ma nello stesso tempo difficili che io abbia fatto finora. È un lavoro nel lavoro. Per lavorare insieme bisogna lavorare nella coppia prima di tutto.  Lui è molto più ordinato, perseverante, io invece sono la parte più estrosa, fantasiosa della coppia. Però la parte più emozionante è vedere lo sguardo d’approvazione in lui quando i piatti che facciamo insieme, lui con le sue tecniche ed io con le mie, riscuotono gran successo. C’è amore ovunque. Se non ci fosse stato lui con me penso che non sarebbe stata la stessa cosa.

C’è un piatto in particolare che ha riscosso maggior successo?

Certo, mazzancolle con lardo di colonnata e liquirizia che ripropone nella sua semplicità la ricchezza del territorio

cosa significa lavorare con il proprio compagno di vita nello spesso spazio?

Lavorare con Marco penso che sia una delle esperienze più belle ma nello stesso tempo difficili che io abbia fatto finora. È un lavoro nel lavoro. Per lavorare insieme bisogna lavorare nella coppia prima di tutto.  Lui è molto più ordinato, perseverante, io invece sono la parte più estrosa, fantasiosa della coppia. Però la parte più emozionante è vedere lo sguardo d’approvazione in lui quando i piatti che facciamo insieme, lui con le sue tecniche ed io con le mie, riscuotono gran successo. C’è amore ovunque. Se non ci fosse stato lui con me penso che non sarebbe stata la stessa cosa.

Ultima domanda a chi si rivolge la vostra cucina oggi?

Si rivolge non ad un pubblico in particolare né tantomeno ad un ceto sociale in particolare ma semplicemente a chi ama ed apprezza un tipo di cucina diversa dalle solite “abbuffate” quotidiane. Che va oltre il “sono sazio” Adoro quando i clienti centrano il punto della nostra cucina. Deve essere un percorso che pervade i 5 sensi.

Qual è il piatto in cui è meglio rappresentato?

La sua cacio e pepe di mare, un piatto strepitoso. Pasta fatta a mano, con pecorino romano doc , scampi cotti e lime, con una querelle di scampo crudo alla fine .  Lui è cosi: ti travolge come il pecorino, puntiglioso come il lime  ma dolce e tenero come lo scampo.

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