L’Asia continua il traino dell’export svizzero di orologi, Usa per ora in ripresa

LUGANO – Prosegue la ripresa dell’export di orologi svizzeri. Con l’Asia come traino principale, gli Stati Uniti in risalita, l’Europa con segni differenti.
Nel Vecchio continente vanno avanti Germania e Francia, soffrono invece Italia e Regno Unito. Nel mese di maggio le esportazioni elvetiche sono state pari a 1,79 miliardi di franchi (1,56 miliardi di euro), in aumento del 5,3% rispetto ad un anno prima, nonostante un giorno lavorativo in meno. Per l’insieme dei primi cinque mesi del 2018 l’export rossocrociato di orologi è stato di 8,54 miliardi di franchi (7,43 miliardi di euro), in progresso del 9,9% in rapporto allo stesso periodo del 2017.
In maggio tutte le fasce di prezzo hanno registrato il segno positivo, gli incrementi più marcati sono stati quelli degli orologi tra i 500 e i 3 mila franchi e degli orologi sino a 200 franchi. Il maggior mercato mondiale, Hong Kong, nel mese di maggio ha fatto un balzo del 26%. Gli Usa sono saliti del 9,8%, la Cina del 5,8%. L’Italia ha subito una forte contrazione, del 21,2%, secondo esperti del settore anche a causa delle incertezze politiche che hanno frenato alcuni segmenti dei consumi.
Il Giappone è progredito del 5,5%, la Francia è salita dell’8,8%. Il Regno Unito è sceso del 2,8%, a conferma del fatto che è terminato l’effetto della sterlina debole, che aveva spinto in precedenza gli acquisti stranieri. La Germania ha registrato un aumento del 9,2%, Singapore ha archiviato una lieve flessione dello 0,5%. Balzo del 12,5% per la Corea del Sud.
Nel complesso dei primi cinque mesi di quest’anno Hong Kong ha registrato un incremento del 26,8%, gli Usa del 9,8%, la Cina del 15%, il Giappone del 9,5%. La Germania ha messo a segno un aumento del 6%. Il Regno Unito è sceso del 10,7%. Singapore ha registrato un progresso dell’8,8%. Riduzione del 9,9% per l’Italia. La Francia è a +9,5%, la Corea del Sud con il suo +31,8% ha segnato il maggior aumento percentuale nell’ambito dei primi dieci mercati, di cui ora fa parte. Gli Emirati arabi uniti (-23,6% in maggio e +1,8% nei cinque mesi) sono scesi dal decimo all’undicesimo posto.
La crescita economica a livello globale, nonostante l’affacciarsi di rischi legati alla guerra dei dazi, fa da supporto all’industria elvetica degli orologi, che rappresenta oltre il 50% del fatturato mondiale del settore ed esporta circa il 90% della sua produzione. Il franco resta sopravvalutato secondo la Banca nazionale svizzera (Bns), che punta ancora a frenarlo, ma nell’ultimo anno ha almeno ceduto un po’ di terreno in rapporto all’euro e al dollaro, togliendo alcuni ostacoli all’export svizzero. Nel mese di maggio peraltro la valuta elvetica è tornata ad essere in parte bene rifugio ed è risalita sulla moneta unica e sul biglietto verde. La Bns frena il franco con i tassi negativi e gli acquisti di valute estere, l’industria elvetica di esportazione spera che il franco non abbia nuove impennate.

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