Milano: appuntamento con Theaster Gates e Nástio Mosquito

Alla Fondazione Prada i progetti, autonomi, realizzati da due big dell’arte contemporanea.  Installazioni, interventi site-specific, proiezioni, eventi collettivi e musicali per coinvolgere attivamente il pubblico

 

Sono due le esposizioni che la Fondazione Prada propone per il periodo estivo: True Value ad opera dell’artista Theaster Gates e T.T.T. – Template Temples of Tenacity di Nàstio Mosquito. Curate entrambe da Elvira Dyangani Ose, propongono corali visioni della contemporaneità, che attraverso un linguaggio diverso, ma in entrambe i casi semplice e non mediato, coinvolgono il pubblico e lo mettono in contatto diretto con questioni aperte dei nostri giorni, su cui riflettere. La definizione di arte come “social practice” unisce in un unico abbraccio le due esposizioni.

Il lavoro di Theaster Gates, artista afroamericano tra i più importanti sulla scena contemporanea, nato a Chicago 46 anni fa, è multidisciplinare e spesso sviluppa interventi urbani, ha ridato vita a intere aree di città come Chicago o Detroit, coinvolgendo le comunità locali. Fondatore dell’organizzazione non-profit Rebuild Foundation, Gates è docente al Dipartimento di arti visive dell’Università di Chicago dove coordina il programma “Arts and Public Life”. L’opera proposta alla Fondazione Prada al primo piano del Podium, Tru Value (2016) vive anch’essa in una dimensione esperienziale, infatti, propone la ricostruzione di un negoziodi ferramenta all’apparenza abbandonato, con esposti oggetti legati tradizionalmente al mondo del lavoro e del commercio, da tempo inutilizzati. Uno spazio poetico, che da lavorativo diventa evocativo. Omaggio al ready-made, alla scomparsa delle piccole attività e al contempo è denuncia dello strapotere che travolge e annulla le singole specificità. Questa installazione, secondo l’artista: “Ribadisce che esistono oggetti di potere, strumenti che assumono il loro influsso solo quando vengono maneggiati da chi conosce quei particolari sistemi di potere“. La Cisterna ospita invece i lavori in cui l’artista esplora elementi del quotidiano all’interno dell’estetica e della cultura black. “Nella Cisterna – ha spiegato l’artista – io sto cercando di risolvere dei problemi di scultura, ma sono problemi che hanno una specie di implicazione spirituale. L’arte ha una potenzialità che va oltre, e può produrre dei cambiamenti o altri tipi di trasformazione che lasciano il sistema dell’arte e approdano da qualche altra parte nel mondo”.

La seconda esposizione, T.T.T. – Template Temples of Tenacity di Nàstio Mosquito, un progetto estremamente complesso ed impegnativo, costituito da tre nuovi progetti presentati al piano terra del Podium, nel Cinema e negli spazi esterni della Fondazione, realizzati in collaborazione con artisti internazionali. Nástio Mosquito, artista africano, nato a Luanda 35 anni fa, ha abbandonato la formazione da regista e operatore video per dedicarsi all’arte multidisciplinare, affermandosi sulla scena internazionale per le sue performance provocatorie e irriverenti. WEorNOT (Nativicious’ Temple #01) è il primo dei tre lavori proposti e si tratta di un’installazione site-specific. Il primo piano del Podium è stato trasformato in un tempio con tanto di vetrate gotiche, che riproducono però immagini del presente, anche caricaturali. Ricordiamo che Nastivicious è il nome del duo fondato nel 2008 da Mosquito e dall’artista spagnolo Vic Pereiró, in collaborazione con l’illustratrice Ada Díez. I grandi vetri propongono immagini facilmente leggibile che si tratti del Viagra o dei testi chiave della nostra cultura. Nei giorni dell’apertura una performance ha affiancato i lavori, I Make Love to You, You Make Love to Me, Let Love Have Sex With the Both of Us (Part 1 – The Gregorian Gospel Vomit), danza performativa che ha reinterpretato l’inno cristiano Jesus Loves Merealizzata insieme a Djif Sanders, Chilala Moco e dal coro The Golden Guys. Terzo lavoro è l’opera Synchronicity Is My Bitch: The Cinematic Experience, un percorso tra film, video e spezzoni di programmi televisivi africani che sarà però presentato il prossimo settembre. Mosquito, irrequieto e colto interprete dei nostri tempi, con questa esposizione cerca di dare vita a un’operazione di arte totale, in cui anche lo spettatore è chiamato a partecipare, tanto che la somma di ogni singola esperienza trasforma di giorno in giorno la natura stessa dell’esibizione, in continuo divenire.

fonte:repubblica

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