Mkultra, il programma di controllo mentale della Cia realtà e fantascienza?

Tra Lsd, prostitute ed elettroshock ripassiamo la storia di Mkultra, il programma della Cia più amato (e meno capito) dai complottisti

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(foto: David Madison/Getty Images)

L’esperimento sulla sifilide di Tuskegee non fu certamente l’unico caso di sperimentazione umana eticamente inaccettabile. Un altro esempio è costituito da Mkultra, il cosiddetto programma di controllo mentale della Cia citato ultimente anche dalla serie televisiva Stranger Things. Purtroppo l’inquietante realtà di questi esperimenti è messa secondo piano rispetto ai fattoidi fagocitati dalla narrativa complottista.

Oggi infatti Mkultra fa rima con candidato manciuriano, ovvero il mitico assassino programmato, tramite lavaggio del cervello, per fare fuori personaggi politicamente scomodi senza che i mandanti vengano coinvolti. Per il complottista che è in noi è diventato facile accettare che, per esempio, John Lennon sia stato assassinato proprio in questo modo: altrimenti per quale altro motivo Mark David Chapman aveva con sé il Giovane Holden di J. D. Salinger quando venne arrestato? Era sicuramente il grilletto psicologico scelto dalla Cia! Eppure queste operazioni hanno ben poco a vedere con Hollywood, fantascienza e fantapolitica, e molto con l’etica, il rapporto tra scienza e potere, e i pericoli di sacrificare i diritti umani sull’altare della sicurezza.

Il mito del lavaggio del cervello
Il termine brainwashing è stato coniato nel 1950 dal giornalista Edward Hunter, secondo il quale era una letterale traduzione del cinese hsi-nao, con la quale i maoisti indicavano le tecniche di riforma del pensiero. In realtà il termine non aveva alcun significato politico in Cina e Hunter non era solo un giornalista: esperto di propaganda, aveva lavorato per l’Office of Strategic Services, antesignano della Cia, e proseguì l’anticomunismo sulla carta stampata.

Hunter raccontava che in Corea e in Cina i prigionieri di guerra americani erano sottoposti a raffinate tecniche controllo mentale, tali da cambiare il loro atteggiamento verso gli Stati Uniti d’America. Solo così potevano spiegare quei soldati americani che avevano avevano voltato le spalle al loro paese, denunciando per esempio l’impiego di armi chimiche in Corea (una bufala, anche se era vero che tali armi venivano studiate). Gli articoli e i libri di Hunter offrirono al pubblico a una nuova paranoia: i comunisti andavano oltre la propaganda: possedevano droghe e tecniche scientifiche in grado di controllare ogni singolo individuo.

In seguito si sarebbe scoperto che il trattamento dei prigionieri di guerra nel blocco sovietico non aveva assolutamente nulla di innovativo rispetto alle tante forme di tortura, sia fisica che psicologicagià conosciute. Nei rari casi in cui i soldati sembravano aver sposato gli ideali del nemico, era successo dopo anni di persuasione in una condizione di prigionia, non attraverso una miracolosa droga, e anche in questi casi sembra che gli effetti siano stati transitori.

Ma se (grazie all’ex collega Hunter) ora si era affermata l’idea che potessero esistere armi così raffinate, poteva la Cia essere da meno?

Dalla propaganda alla realtà
Mkultra
 nasce nel 1953 dall’evoluzione di programmi preesistenti come il progetto Chatter e il progetto Bluebird (poi ribattezzato Artichoke), che da alcuni anni studiavano applicazioni militari di sostanze chimiche e altri trattamenti in grado di alterare gli stati mentali.

Anche se alla Cia qualcuno sperava davvero di poter sviluppare il Sacro Graal del lavaggio del cervello e dell’assassino politico programmato, nel complesso il programma cercava di trasformare le droghe, la psicologia, e la psichiatria e le scienze sociali in armi al servizio delle spie. Come potevano essere estratte le informazioni da un individuo? E come, invece, potevano essere cancellate? Quali sostanze potevano permettere a un prigioniero di resistere alla tortura? Era a questo tipo di domande che Mkultra, sotto la guida del chimico Sidney Gottlieb del Technical Service Staff della Cia, avrebbe dovuto trovare una risposta.

Gli esperimenti
Per oltre un decennio Mkultra condusse ogni tipo di esperimenti sul comportamento umano: in alcuni di questi le cavie conoscevano quello a cui stavano andando incontro, in altri assolutamente no. A San Francisco la Cia per anni si servì di prostitute per drogare segretamente i loro clienti: come potevano essere usate droghe e sesso per gli scopi dell’intelligence?

Gli agenti osservavano gli effetti di Lsd e altre sostanze attraverso uno specchio a due vie installato nelle case sicure teatro dell’operazione clandestina, diventata nota come Operazione Midnight Climax. I tecnici di Mkultra somministrarono Lsd anche a ignari avventori di bar, ristoranti e spiagge: bastava offrire un drink o una sigaretta. Peccato che poi questi tecnici, non adeguatamente addestrati, finivano per perdere le tracce del loro soggetto sperimentale tra la folla…

Ma per gli ampi obiettivi di Mkultra, la Cia non poteva fare affidamento solo sulle sue teste d’uovo: aveva bisogno di scienziati degni di questo nome. Così, attraverso fondazioni create ad hoc come la Society for the Investigation of Human Ecology, l’agenzia cominciò segretamente a finanziare università, ospedali e case farmaceutiche. Le ricerche di centinaia di scienziati, ignari della provenienza dei finanziamenti, erano in questo modo portate avanti e seguite dalla Cia, nella speranza che fosse possibile sfruttarle nello spionaggio.

Fu grazie ai fondi della Cia, per esempio, che lo psichiatra canadese Donald Ewen Cameron fino al 1967 studiò la possibilità di resettare la personalità di un individuo attraverso droghe, messaggi ripetuti, e quotidiani elettroshock. Lo scienziato non aveva bisogno di lezioni dalle spie in merito alle sperimentazioni inumane, e queste ultime in ogni caso non produssero alcun risultato, eccetto i danni permanenti in alcuni inconsapevoli pazienti.

Eredità
L’esistenza di Mkultra divenne di dominio pubblico nel 1975 grazie al lavoro della Commissione Church del senato sulle operazioni illegali condotte da CiaNsa e Fbi negli Stati Uniti, ma due anni prima (e dopo lo scandalo Watergate) il direttore della Cia Richard Helms aveva ordinato la distruzione dei documenti relativi. Tutto quello che sappiamo ora sul programma deriva dai documenti sopravvissuti ottenuti grazie al Freedom of Information Act.

Nel 1972 il responsabile di Mkultra Sidney Gottlieb aveva riconosciuto che quegli esperimenti erano inutili ma, mettendoci nei panni del complottista di turno, possiamo immaginare che tra le carte distrutte ci fossero le prove che la Cia era riuscita a ottenere il suo candidato manciuriano. Eppure, fermo restando che è certamente possibile convincere una persona a fare qualcosa, a oltre trent’anni di distanza il controllo mentale a base di chimica, invenzioni hi-tech e interruttori psicologici è ancora fantascienza. Ma al di là della spazzatura complottista e delle fiction citazioniste, Mkultra ha lasciato una tangibile eredità.

Come spiega il professore di antropologia David H. Price, molte ricerche finanziate da Mkultra su isolamento, deprivazione sensoriale, stress, droghe (e persino grafologia) divennero parte integrante del manuale di interrogatorio della Cia chiamato in codice Kubark (1963). E l’agenzia non ha mai abbandonato questo tipo procedure, che oggi va di moda chiamare interrogatorio avanzato, né ha smesso di cercare l’aiuto della scienza.

Non solo sono stati due psicologi a progettare, su incarico della Cia, l’inumano e inefficace programma di tortura post 11 settembre, ma alcuni membri dell’American Psycological Association hanno lavorato con l’agenzia e il Dipartimento della Difesa per cambiare il proprio codice etico in materia di sicurezza nazionale in modo che le tecniche di interrogatorio avanzato non potessero essere definite tecnicamente per quello che erano: tortura.

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